In questo video smonto l’argomentazione dell’apologeta Gian Mario Pagano, che tenta di giustificare la fede come una scelta “ragionevole” nonostante l’assenza di prove razionali. Analizzo la fallacia del suo paragone tra fede e decisioni importanti nella vita, mostrando come la fede sia, in realtà, un atto irrazionale, spesso mascherato da ragionevolezza. È ora di chiamare le cose col loro nome: la fede è un salto nel vuoto, non una scelta razionale.
Segue versione testuale del video:
Oggi voglio smontare un’argomentazione che viene spesso utilizzata dagli apologeti, e stavolta si tratta del signor Gian Mario Pagano, docente di religione e predicatore. Lui sostiene che la fede non abbia prove razionali, ma solo argomenti ragionevoli. Bene, analizziamo questa affermazione.
Pagano paragona la fede religiosa a una decisione importante come il matrimonio o l’intraprendere un grande progetto nella vita, affermando che, in entrambi i casi, non ci sono prove certe, ma solo argomenti ragionevoli che ci guidano. Ma lasciatemelo dire chiaramente: questo paragone è completamente fuori luogo, fuorviante, e oserei dire, quasi offensivo per l’intelligenza di chiunque abbia un minimo di senso critico.
Partiamo dal presupposto che, se una persona è razionale, farà scelte basate su un’attenta valutazione dei dati disponibili. Quando scelgo di sposare qualcuno, raccolgo informazioni, valuto la compatibilità, osservo comportamenti, e sì, anche i sentimenti entrano in gioco, ma li bilancio con l’evidenza oggettiva. Una scelta di questo tipo, se ben ponderata, è ragionevole e, soprattutto, razionale.
Ma la fede in Dio, signori, non funziona così. Non si basa su una raccolta di dati empirici o su una valutazione critica delle prove. Si basa su un salto nel vuoto, su una credenza priva di fondamento logico. Parlare di ‘argomenti ragionevoli’ per giustificare la fede è un tentativo disperato di mascherare l’irrazionalità con una patina di ragionevolezza. E Pagano stesso lo ammette, dicendo che c’è sempre un margine di rischio, qualcosa che ‘non è razionale’. Bene, allora chiamiamolo col suo vero nome: fede cieca.
Il fatto che molte persone prendano decisioni irrazionali nella vita – e sappiamo tutti che ne succedono a milioni ogni giorno – non è un argomento a favore della fede. Al massimo, è un argomento a favore dell’irrazionalità umana. E qui sta il punto: la fede è irrazionale e, in molti casi, irragionevole. Non c’è nulla di ragionevole nel credere in un dio onnisciente, onnipotente e buono, quando questa stessa fede è intrisa di contraddizioni che ne minano la logica interna.
Non si può usare l’irrazionalità della gente come giustificazione per la fede. È come dire che siccome tante persone fanno scelte stupide nella vita, allora quelle scelte devono essere in qualche modo valide o difendibili. No, non lo sono.
Quindi, smettiamola di confondere i termini. Se vogliamo parlare di fede, parliamo di ciò che realmente è: una condizioneche, nella maggior parte dei casi, è priva di basi razionali o ragionevoli. E se vogliamo credere in qualcosa, facciamolo con onestà intellettuale, riconoscendo che stiamo facendo un salto nel buio, non una valutazione supportata dalla ragione.
Ecco la verità: la fede, nel migliore dei casi, è un atto di speranza. Nel peggiore, è un’illusione che si alimenta dell’irrazionalità umana. E se dobbiamo costruire la nostra vita su qualcosa, che sia sulla solidità della ragione, non sull’inganno della fede.
Siamo razionali. Agiamo da razionali. E smettiamola di mascherare l’irrazionalità come ragionevolezza.